Si fa presto a dire: ARCOBALENO
Ogni volta che un figlio giunge nella sua famiglia, scombussola i suoi equilibri. Lo fa sia da vivo che da morto.
La famiglia si allarga, un nuovo elemento con le sue caratteristiche e peculiarità chiede di trovare spazio, attenzione ed espressione.
Si fa presto a dire: “Fanne un altro!”
Si fa presto a dire: “Un arcobaleno ti restituirà il sorriso.”
Quando la faccenda si fa complessa, abbiamo la mania di semplificarla affibbiandole un’etichetta.
Così passa un messaggio non solo sbagliato, ma anche inibente.
Una famiglia che tiene fra le braccia il fantomatico arcobaleno, con quale coraggio potrà esprimere la complessa destabilizzazione che sente di vivere, in una comunità che ritiene gli arcobaleni la soluzione e l’obiettivo al “superamento” del dramma?
Di nuovo silenzio.
Silenzio quando nessuno capiva che un figlio morto durante la gravidanza o intorno alla nascita è un lutto fortemente traumatico e destabilizzante; silenzio quando la soluzione al “problema” è arrivata, eppure i sentimenti di compiuto, serenità e stabilità immaginati e auspicati non appaiono tanto limpidi.
Porta braccia piene, che possono far avvertire ancora più pesanti quelle lasciate vuote; oppure quella pienezza può essere ripartita fra chi c’è e chi non c’è: può capitare di immaginare di avere fra le braccia quel figlio che mai ci è stato… un pensiero che può avere ricadute inaspettate come perplessità, paura, colpa…
Porta richieste costanti di attenzione, che assorbono talvolta al punto di pensare che si sta trascurando il fratello o la sorella che non c’è.
Chi non c’è non ha bisogno di attenzioni, direte voi. E invece non è sempre così lineare. Il punto è che c’è anche chi non c’è… C’è la mancanza, c’è il ricordo, ci sono tutti quei gesti e abitudini che sono andate consolidandosi per far fronte all’assenza. Tutto questo deve essere rivisto alla luce di una nuova presenza che occupa braccia, tempo, attenzioni… sconvolgendo gli equilibri.
Che dire poi dei familiari, gli amici e i vicini? Tutti concentrati su chi c’è… E chi non c’è è ormai dimenticato?
Questo arcobaleno guarisce le ferite al punto che non sembrano esserci mai state?
La presenza cancella l’assenza.
Si fa presto a dire “arcobaleno”…
Non sarebbe meglio evitare etichette fuorvianti e raccontare le cose come stanno?
Ogni figlio chiede di ripensare agli equilibri della famiglia, che giunga vivo o morto.
Per questo è importante che noi, come comunità, impariamo ad essere accoglienti verso le famiglie che si allargano, permettendo loro di esprimere il loro sentire senza giudicarle, così che possano individuare l’assetto migliore per loro.
Si fa presto a dire: ARCOBALENO
Pubblicato il 28 giugno 2023