Parlando di aborto…
Ottobre è il mese dedicato alla consapevolezza del lutto perinatale.
Mi sembra importante cominciare già da ora a smontare alcune credenze che, per quanto provenienti da fonti apparentemente autorevoli, non sono affatto aderenti alla realtà e provocano gravi conseguenze in chi si trova a vivere l’esperienza dell’aborto.
Cominciamo con l’articolo uscito su Quimamme.
Nell’articolo, fra le altre cose, si afferma che l’aborto [spontaneo] “è un dolore, per quanto difficile da gestire, che non ha le stesse dinamiche del lutto”, poiché “il vissuto del lutto è determinato anche dalla perdita della relazione tra chi sopravvive e la persona che viene a mancare e nel caso di un aborto, soprattutto nelle prime settimane di gravidanza, non si è ancora stabilita una relazione affettiva e oggettiva tra due persone, la donna e il piccolo. C’è un desiderio, una relazione immaginaria con il bambino in fieri, che viene meno.”
Quante castronerie!
L’aborto spontaneo, a qualunque epoca gestazionale avvenga, può provocare un lutto vero e proprio perché la relazione che si recide è con un figlio in carne ed ossa, fin dalle prime settimane.
Passiamo all’articolo pubblicato su famiglia Cristiana…
Qui si afferma che “l’aborto [spontaneo o volontario] è un’esperienza che è a tutti gli effetti un lutto (…) e che comporta sempre una grande sofferenza e solitudine.”
Ma non è mica vero.
Non tutte le persone che vivono un aborto lo avvertono come un lutto, tuttavia coloro che lo avvertono come un lutto, lo attraversano come un lutto a tutti gli effetti.
Non ci siamo ancora: da chi sminuisce a chi generalizza.
…e sarebbero esperti.
Parlando di aborto…
Pubblicato per la prima volta il 1 ottobre 2022