accompagno le persone attraverso il lutto perinatale e il lutto

Morire è naturale a qualunque età

Morire è naturale, a qualunque età.

So che questa affermazione genererà scompiglio, disappunto, persino disgusto…

Eppure basta rispolverare uno dei termini con cui siamo definiti noi umani per averne contezza: mortali. Cioè, moriremo sicuramente.

Quando? Questa è la vera incognita.

Tutta la nostra cultura si basa sulla paura della morte. Da sempre cerchiamo di rispondere a domande esistenziali volte a sapere perché: perché siamo qui? Cosa c’era prima e cosa troveremo dopo? Ognuno ha la sua idea, basata su esperienze, credenze o speranze.

Fino a cent’anni fa la metà dei figli moriva entro i 5 anni di età.

Le famiglie non erano abituate alla perdita, ci piace crederlo, così ce lo raccontano, ma non è vero. Non ci si abitua alla morte dei figli. Non erano meno legate ai loro piccoli perché si aspettavano che sarebbero morti. Soffrivano. Come al solito, ogni genitore esternava più o meno il dolore a seconda del sentire, delle aspettative sociali, della cultura con cui era cresciuto.

Un tempo i figli morivano più o meno a tutti e morivano sotto gli occhi di tutti. Era un dramma collettivo, conosciuto da tutti. Probabilmente questo permetteva quella comprensione che non aveva bisogno di grandi parole.

Oggi il progresso della medicina ci ha inculcato l’idea che possiamo aspirare all’immortalità.

Quando qualcuno muore è un fallimento. Quando muore un figlio, il dramma peggiore.

Ci raccontano che sia incomprensibile, che sia biologicamente innaturale. Quindi fino a cent’anni fa abbiamo vissuto fuori dalle leggi di natura? Oppure in questi ultimi cento anni la cultura (le parole che danno voce alla prospettiva con cui accogliamo i fatti dell’esistenza) sono cambiate al punto da renderci impossibile affrontare ciò che accade da sempre? E che – purtroppo – accadrà sempre.

Il fatto che morire sia naturale a qualunque età e per qualunque ragione possibile (poiché non accadrebbe, se così non fosse) non significa che ci renda immuni dal dolore.

Perdere chi amiamo fa dannatamente male.

Quel dolore rimbomba senza sosta e uno dei modi per cercare di lenirlo, contrastarlo, sopportarlo, è opporsi. La rabbia ci tiene vivi, ma anche ci offusca la visuale. Ci siamo noi e solo noi col nostro grande dolore che vuole l’esclusiva (perché il male, quando pulsa, è protagonista).

«Non doveva accadere a me, a noi!»

Ma non è accaduto solo a te. È accaduto anche a me, a lui… a lei… a tanti. Tantissimi.

A noi è morto un figlio (a me due), all’altro un genitore, un fratello, una moglie, un amico, un amico peloso, ecc. Ad ognuno di noi si è spezzato il cuore.

Non è accaduto a noi perché dobbiamo essere puniti, ce lo meritiamo, la vita ci ha tradito, Dio si è voltato, ecc… è accaduto perché siamo mortali e, ad un certo punto, questo accade.

Quando un dolore così grande entra nella nostra vita, senza che lo abbiamo cercato, voluto e senza che abbiamo potuto evitarlo, abbiamo ancora una sola possibilità: scegliere cosa farne.

Possiamo restare ad opporci con rabbia, risentimento, ostilità verso una sorte su cui non abbiamo più potere, oppure possiamo scegliere altro.

Prima della morte c’è stata vita. Questo patrimonio nessuno ce lo porterà via, nemmeno la morte stessa. A meno che non ce lo lasciamo sottrarre…

I nostri defunti non sono la loro morte. Questo è ciò che, in ultimo, è accaduto loro.

Noi abbiamo condiviso molto di più e molto altro.

Dipende da noi cosa scegliamo di tenere e valorizzare.

Ti sono vicina 🍀

Morire è naturale a qualunque età

Pubblicato per la prima volta il 14 agosto 2024

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