L’Auto Mutuo Aiuto come lo hanno insegnato a me
Ci incontriamo ogni settimana.
Sì, tutte le settimane.
No, non è troppo, piuttosto è quanto occorre.
Perché per chi vive il lutto una settimana è un’eternità.
Ciò che accade o non accade in una settimana a volte è fin troppo e serve poter contare su un luogo in cui metterlo.
Una settimana è un tempo misurato per esserci senza invadere.
Dà il ritmo; chi soffre può dirsi: “Devo arrivare fino lì.” E lì troverà qualcuno ad accoglierlo.
Quindi il gruppo si incontra una volta alla settimana, tutte le settimane dell’anno: non c’è Natale, Pasqua o Ferragosto, a meno che il gruppo – tutti i partecipanti insieme – non decida che ci si possa prendere una pausa.
Per far parte del gruppo non occorre passare esami, essere in lutto da almeno un tot di mesi o adeguarsi a chissà quali format.
Il gruppo accoglie chi desidera essere accolto, fin dai primi giorni dall’assenza: non abbiamo paura di stare nel vuoto. Noi lo conosciamo e non lo rifuggiamo.
Ciò è parte dell’Aiuto.
Se non Aiuti quando c’è davvero bisogno, allora che razza di aiuto è?
L’unico requisito necessario è desiderare di stare meglio – anche se o quando sembra un obiettivo irraggiungibile.
Il Gruppo non ha carattere ‘terapeutico’: non somministra programmi di recupero, non prevede step o compiti a casa.
Il Gruppo siamo noi: i nostri bisogni, le illuminazioni, le salite più ripide, i momenti di stallo e di benessere – ebbene sì! Capita pure di stare bene e di farsi quattro risate! Perché il lutto non è solo dolore e il dolore non è sempre e per sempre.
Quindi non possiamo prevedere in anticipo cosa accadrà. Però sappiamo che insieme possiamo affrontarlo.
La nostra forza è trovarci e saperci sostenere.
Qualcosa che avviene spontaneamente, grazie alla fiducia, alla presenza costante, all’intimità e al reciproco rispetto.
Il Gruppo è fonte di nuovi incontri e talvolta di nuove amicizie.
Sì perché il gruppo è una volta alla settimana per due ore, ma i partecipanti ci sono quando vogliono o possono, gli uni per gli altri.
Il gruppo non è mio.
Io lo facilito soltanto. Vuol dire che coordino gli ingressi, fornisco i link di accesso, modero le condivisioni. Certo non mi risparmio: tutto ciò che ho da dare lo metto lì – sempre.
Ogni settimana.
In famiglia lo sanno: tutto può variare, ma il gruppo è una certezza.
Fa parte del mio modo di prendermi cura.
In fin dei conti nella vita è questo che faccio: mi prendo cura – non curo.
L’Auto Mutuo Aiuto è volontariato.
Vuol dire che quel tempo lì, due ore una volta la settimana più ciò che occorre per coordinare gli incontri e agevolare i nuovi ingressi, non è retribuito. O meglio, non è retribuito in denaro. Giunge molto altro e molto più prezioso.
Comunque, questo è l’Auto Mutuo Aiuto che hanno insegnato a me. E non è un caso che abbia abbracciato il metodo solo da quando ho avuto la fortuna di incontrare chi aveva già interiorizzato questo modo di prendersi cura.
Quando sento raccontare che per accedere ad un gruppo AMA occorre che siano passati mesi dal lutto, che gli incontri sono appena una volta o due al mese, che sono strutturati e ‘gestiti’ dal facilitatore che funge da proprietario o che alle richieste di aiuto nemmeno arrivano risposte, beh, mi vien da dire che non è Auto Mutuo Aiuto.
Quello non lo è.
Sappiatelo.
Fra le cose più odiose, oltre a sentirsi mandare via in un momento di necessità, c’è il non ricevere risposta.
A volte capita che impieghi qualche ora per rispondere, ma se tardassi ulteriormente, riprova: significa che non ho ricevuto il messaggio. Capita che su Instagram non mi arrivino le notifiche e che Messenger faccia i capricci.
Per sicurezza usa la mail: erikazerbini.it@gmail.com
Oppure mi trovi su Telegram: @Erika_Zerbini
L’Auto Mutuo Aiuto come lo hanno insegnato a me
Pubblicato il 13 luglio 2023