accompagno le persone attraverso il lutto perinatale e il lutto

La relazione è nutrimento

La relazione è nutrimento

Immagina d’aver trascorso tutta la giornata impegnata nelle tante incombenze più qualche imprevisto, finché ti accorgi che è giunta sera senza aver mangiato nulla.

Lo stomaco brontola, l’attenzione vacilla, arranchi fino al primo negozio di alimentari e…

Ti fermi.

Ci pensi.

Ci ripensi.

«Entro o non entro?»

La mano sulla maniglia e apri piano.

Sguardo basso, imbarazzato e vagamente colpevole.

«Mi scusi… sa mi sento svenire, non mangio da non so più quanto tempo, sarebbe così gentile da prepararmi un panino? Se non la disturba. Lo so. Sarei dovuta/o riuscire a campare d’aria, ma proprio temo di non farcela. Sono proprio incapace… non so cosa mi sia preso oggi! Questo assurdo bisogno di nutrirmi non è da me.»

Ti torna? Lo fai spesso?

Immagino che tu non lo faccia mai.

Anzi, quando il languore si fa troppo insistente entri in negozio, e acquisti ciò di cui senti la necessità. Ne esci soddisfatta/o e quando addenti il primo morso è puro godimento. Giusto?

Ci hanno insegnato che rispondere allo stimolo della fame è assolutamente normale, ragionevole e necessario, viceversa potremmo incorrere in gravi problemi fino al decesso.

«Non si può stare senza mangiare!»

Quante volte ce lo siamo sentiti ripetere dalle mamme e soprattutto le nonne?

Ciò che ci hanno omesso è che non ci nutriamo ‘di solo pane’.

Noi umani siamo definiti esseri sociali, cioè necessitiamo della relazione con l’altro per essere noi stessi, per mantenerci in equilibrio. Le nostre relazioni sono per noi nutrimento.

Ci sono momenti particolari della vita in cui gli altri che normalmente costituiscono la nostra rete sociale non riescono/possono colmare il nostro bisogno di sostentamento.

Può succedere che ci sentiamo soli, incompresi, scarichi, impantanati. Ma visto che nessuno ci ha spiegato quanto sia vitale ricevere questo tipo di ‘alimento’, non lo cerchiamo altrove.

È come se, vacillando per la fame, entrassimo in un negozio e trovassimo gli scaffali vuoti: ci fermeremmo lì pensando di dover resistere ai morsi allo stomaco, oppure andremmo a cercare un negozio più fornito?

Ecco che non ha alcun senso sentirsi in colpa perché «Da sola/o non ce la faccio, ho bisogno d’aiuto».

Quando il cuore è pesante, ti senti schiacciata/o e affaticata/o, non devi farcela per forza da sola/o, alla fine non ti danno un premio… più facilmente ti ritrovi deperita/o nel corpo e nell’anima.

Rivolgerti a chi pensi possa esserti d’aiuto è come entrare in panificio e acquistare il pane.

Si tratta di rispondere al bisogno naturale e umano di sostentamento.

La relazione è nutrimento

Pubblicato per la prima volta il 6 agosto 2024

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