accompagno le persone attraverso il lutto perinatale e il lutto

La morte di un figlio si supera?

La morte di un figlio si supera?

(…segue)

Nei gruppi dedicati alle persone in lutto, alla domanda: «Come si ‘supera’ la morte di un figlio?» la maggior parte delle risposte che puoi trovare si possono radunare sostanzialmente in due grandi gruppi:

1. «Non si può.»

2. «Col tempo ci si abitua al dolore, ma non passerà mai.»

Queste risposte corrispondono alla visione soggettiva di alcune persone che generalizzano, convinte che la loro esperienza sia sovrapponibile alla tua.

Beh, non lo è. Ogni esperienza è unica, va da sé che non sarà uguale ad un’altra.

Tu che poni la domanda sottintendi un cosa importantissima: se chiedi come ‘superare’ la morte, significa che aspiri a raggiungere questo risultato.

Sappi che questo è già di per sé affatto scontato. Tu desideri far qualcosa di ciò che ti è accaduto, nell’ottica di non restare dove ti trovi.

Tieni stretta questa tua volontà e lascia correre queste tipologie di risposta.

Non c’è peggior cosa da dire a chi riesce a sperare in un domani migliore, che le sue aspettative sono vane.

D’altro canto le persone che rispondono in questo modo hanno compiuto la loro scelta che evoca il sapore della resa. Nell’immaginario comune la resa è sempre deprecabile (perché la vita è un’eterna battaglia dalla quale dobbiamo uscirne sempre vincenti, altrimenti non siamo all’altezza…), a meno che tutti non si arrendano. Allora si trasforma in un risultato ‘normale’, inevitabile, ‘giusto’. Se anche tu soffrirai in eterno come loro, loro quieteranno il senso di inadeguatezza che la tua speranza muove.

Per questo motivo usiamo generalizzare (più o meno in qualunque occasione) le nostre esperienze: se possiamo rispecchiarci nell’altro ci sentiamo adeguati.

Tuttavia, essendo tutti diversi (unici) è ovvio non poterci uniformare. Il senso di adeguatezza andrebbe cercato in noi, non nel rispecchiamento con l’altro. Mi spiego: se ti senti a posto con te stessa/o, se ritieni che le sensazioni che provi, la vita che conduci, le scelte che stai compiendo ti calzino (non faresti nulla di diverso), va bene così.

L’uniformità nella nostra cultura è considerata un pregio: il diverso suscita un certo timore… è guardato di sbieco. Tutti noi siamo incitati ad uniformarci fin da piccolissimi, l’abbiamo introiettato come una necessità, che però non si sposa con la nostra naturale unicità.

Sarebbe auspicabile che le persone rispondessero senza generalizzare, lasciandoti così un pezzo prezioso della loro esperienza e lo spazio per sentirti libera/o di compiere la tua.

Sappi che c’è chi ha ‘superato’ la morte di un figlio.

La tua speranza è ben riposta: non abbandonarla, non farti sconfortare dalle generalizzazioni catastrofiche.

Ma allora, ti chiederai, in che modo si può ‘superare’?

(…continua)

La morte di un figlio si supera?

Pubblicato per la prima volta il 26 luglio 2024

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