accompagno le persone attraverso il lutto perinatale e il lutto

Il mio Natale senza

Il mio Natale senza

Senza la mia mamma, da ormai 23 anni: devo pensare a quanti sono, perché da un certo punto in poi ho smesso di contarli. La mia normalità è fare senza di lei, ma mai ho smesso di essere con lei.

Non ‘ricordo’ il primo Natale senza di lei e questa ‘dimenticanza’ non mi dispiace. I ricordi sono quelli che vengono fuori dal cuore e il mio cuore non ha registrato quell’occasione. Nemmeno la mia memoria, ovvero quell’archivio in cui colloco le cose da tenere a mente. Ecco, le cose importanti sono altre… Per esempio è importante il modo in cui lei mi ha mostrato come potesse essere il Natale. Io lo faccio come lei, personalizzando qui e là.

La mia mamma è nei gesti, nei rituali, nella cadenza di queste ore che partono molto prima di questo giorno.

Così lei emerge un po’ ovunque, mescolata fra noi e resterà in parte fra quel che i miei ragazzi porteranno nel loro modo di vivere il Natale.

Senza due delle mie bambine, da ormai 11 anni. E anche questa volta devo pensarci perché da un certo punto in poi ho smesso di contarli. Questa volta ho proprio atteso con curiosità il giorno in cui mi sarei accorta di aver smesso di tenere il conto. Per me ha significato che l’assenza è diventata normalità, è acquisita e non necessita più di essere patteggiata. Solo una di loro è stata con me a Natale, nel segreto del mio ventre. È stato un Natale di nausea e profonda emozione. Al successivo mancavano lei e sua sorella. Anche questa volta non lo ricordo.

Però potrei recuperare la memoria cercando le foto di quella giornata, ma non lo farò: va bene così perché la mia vicinanza a loro si esprime in altri modi. Per esempio ieri stavo percorrendo il tratto tra la mia stanza e l’ingresso e ho pensato a loro. Mi sono venute alla mente direttamente dal cuore. Ho provato un moto di tenerezza e insieme nostalgia. La gola si è stretta in un nodo e ho sorriso. Eccole lì. Loro arrivano così, non c’è bisogno che le cerchi, né voglio richiamarle. Godo del momento in cui si presentano come un regalo.

Ci sono figli verso cui l’amore si traduce in ambivalenza: gioia e dolore. Gioia per la loro venuta, dolore per la loro scomparsa.

È così e basta.

Va bene così perché so che si tratta di una declinazione di quell’amore che sono capace di provare. Loro mi hanno dato modo di sperimentare questa versione.

Vi racconto questo cogliendo l’invito di Viviana, così capace di scorgere le minuziose sfumature delle emozioni che vivono nei cuori delle persone.

Qui sotto ci siamo noi, quasi tutti i presenti al Natale di quest’anno, da cui ho ricevuto espresso permesso di pubblicare lo scatto. Tristano si è mostrato particolarmente favorevole, nutrendo una leggera aspettativa…

«Sì sì mamma! Pubblica pure, così divento famoso!»

Ecco, io mi sento così, con tutti i miei senza: in movimento, proprio come questa foto, appunto ‘mossa’.

Mi muovo portando con me tutti i miei amori, fra gli amori che con me si muovono 💓

Buon Natale a voi che siete ‘senza’… con l’augurio che un giorno possiate sentirvi comunque ‘con’.

Un abbraccio grande 🌟

Il mio Natale senza

Pubblicato per la prima volta il 25 dicembre 2022

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