Cos’è l’aborto
Cos’è l’aborto
In Italia, si definiva, in passato, come aborto un’interruzione della gravidanza avvenuta entro il 180º giorno dal concepimento. Attualmente tale indicazione in medicina è superata, e si preferisce indicare con tale termine l’interruzione della gravidanza in cui il feto non abbia raggiunto un peso minimo di 500 grammi all’atto dell’espulsione o estrazione dal corpo della donna, oppure, se il peso non è conosciuto, che non abbia raggiunto la 22ª settimana di gestazione o in alternativa l’altezza di 25 cm. Si parla invece di parto prematuro o nascita pretermine nel caso di un parto che si verifichi prima della 37ª settimana di gestazione compiuta.
In medicina si ritrovano molte sottodefinizioni legate all’aborto:
A seconda dei fattori
- Aborto spontaneo se avviene per cause naturali
- Aborto provocato (interruzione volontaria della gravidanza, compresi sia i casi tutelati dalla legge che l’aborto clandestino)
A seconda delle modalità con cui si manifesta
- Aborto completo, quando viene espulso completamente il feto
- Aborto incompleto, se parte di esso (solitamente la placenta) viene trattenuto nella cavità uterina;
- Aborto interno o ritenuto, il feto muore senza che vi sia espulsione, (considerato tale entro 24 ore dalla morte del feto)
A seconda dell’età gestazionale
- Aborto embrionale, (entro le prime sette settimane)
- Aborto fetale, dall’ottava settimana
- Aborto tardivo, dopo le 21 settimane di gestazione.
L’approccio terapeutico in caso di aborto (che sia volontario o naturale) avvenuto entro la 12esima settimana è il raschiamento (ovvero lo svuotamento della cavità uterina), dopo la 12esima settimana è l’induzione del parto.